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Gaming & Gambling negli Emirati Arabi Uniti: alcune riflessioni

È noto come gli Emirati Arabi Uniti siano da tempo una destinazione di grande interesse per molteplici attività imprenditoriali, e ciò include anche l’industria del Gaming, che sta vivendo una fase di crescita notevole non solo negli Emirati stessi, ma anche nell’intero Medio Oriente. Una espansione questa correlata alla diffusione del digitale, all’introduzione di nuove tecnologie come la realtà aumentata (AR), la realtà virtuale (VR) e la realtà mista (MR), all’uso sempre più diffuso dei dispositivi mobili e, soprattutto, all’aumento della popolazione giovane. Si stima infatti che entro il 2025 il numero di giocatori nei tre principali mercati, ovvero Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti ed Egitto, raggiungerà il sorprendente numero di 86 milioni.

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Per chiarezza, stiamo parlando di giochi di abilità e non di giochi d’azzardo o gambling perché, nei Paesi di questa regione, il gioco d’azzardo è ancora considerato un’attività illegale ed è quindi assolutamente vietato. Premesso questo, come abbiamo già detto nel nostro precedente articolo gli Emirati Arabi Uniti hanno istituito la General Commercial Gaming Authority (GCGRA) e stanno lavorando attivamente per arrivare a concedere licenze e regolamentare gli operatori del gioco d’azzardo nel fornire i loro servizi negli Emirati Arabi Uniti.

Questa distinzione non è così semplice e lineare come potrebbe apparire inizialmente, a causa dei suoi elementi distintivi che possono assumere varie connotazioni e portare a diverse categorizzazioni a seconda della giurisdizione di riferimento, compresa quella degli EAU.

La distinzione avviene principalmente per esclusione, identificando nella legislazione le caratteristiche che differenziano le attività di gioco d’azzardo dalle altre.

Mi limiterò alle fonti principali, perché sarebbero troppe le normative da citare emesse dalle molteplici entità governative nell’ambito delle rispettive competenze, tra cui spiccano Telecommunications Regulatory Authority (TRA), UAE Central Bank, Securities and Commodities Authority (SCA), Department of Economic Development (DED) Federal Customs Authority, Ministry of Interior, National Media Council, Dubai Municipality, Ministry of Economy, Dubai Financial Services Authority (DFSA), e la Dubai Multi Commodities Centre (DMCC).

La legislazione UAE si interessa del Gambling già a livello Federale, con norme sia civili che penali, piuttosto articolate. Punto di partenza è l’Articolo 460 del Federal Decree Law number 31/2021 che fornisce la prima generale definizione di “giochi d’azzardo” quali “quelli in cui ciascuna parte, se perde una partita, si impegna a pagare alla parte vincente una somma di denaro o un’altra cosa concordata”.

A seguire troviamo Legge Federale No. (5) of 1985 On the Civil Transactions Law of the United Arab Emirates, che dedica una intera sezione con diversi articoli e precisamente dal 1012 al 1021, al Betting and Gambling fornendo ulteriori interessanti informazioni sulla categoria, ma anche un utile distinguo tra Betting e Gambling.

Il Betting all’Articolo 1012 viene qui definito come un contratto per il quale “una persona è tenuta a pagare una somma di denaro, o a dare qualcos’altro, come concordato, a colui che riesce a raggiungere lo scopo prefissato nel contratto.”. Attività quindi distinta dal gambling e consentita in ristretti e specifici ambiti quali il “racing, shooting, sports or muscle building” ed a determinate condizioni: “la scommessa deve essere nota, l’obbligato al pagamento deve essere specificato di persona e l’oggetto del contratto deve essere descritto in modo da escludere qualsiasi scusa di ignoranza”.

Ma è l’Articolo 1019 che indica l’ulteriore discrimine che può far passare a diversa qualifica: “è accettabile che il premio sia messo in palio nella competizione da uno dei concorrenti o da una terza parte al vincitore, ma se le due parti contraenti concordano che il vincitore avrà diritto a ricevere il premio dall’altra parte, allora questo accordo sarà considerato illegale in quanto si qualificherà come un ‘contratto di gioco d’azzardo'”.

In pratica in linea di principio è quindi ammissibile che l’esito di una scommessa si traduca in un pagamento da parte di uno dei partecipanti o di un terzo al vincitore, che vince grazie alla sua abilità, mentre è tassativamente esclusa la possibilità in cui una parte si accordi perché un premio sia pagato direttamente dall’altra parte, perché tale accordo trasformerebbe il contratto in una forma di gioco d’azzardo, e quindi illegale. Non sorprende infine una norma di chiusura che stabilisce come ogni contratto relativo al gioco d’azzardo, o alle scommesse vietate, sia nullo.

Altra utile norma di riferimento, invece di natura penalistica, è invece l’art. Articolo 460 del Codice penale degli Emirati Arabi Uniti, che definisce il gioco d’azzardo “un gioco in cui ciascuna delle parti si impegna, in caso di sconfitta, a pagare al vincitore una certa somma di denaro o qualsiasi altra cosa concordata”. La legge prevede il gioco d’azzardo come una fattispecie di reato punibile con la reclusione e/o una multa. Proibisce inoltre l’apertura o la gestione di un locale per il gioco d’azzardo, o l’organizzazione di un gioco d’azzardo in un luogo pubblico o in un locale per il gioco d’azzardo.

Ultimo meritevole di menzione è infine l’Articolo 17 della New Cyber Crimes Law che sanziona tutte le attività gambling related e che si svolgono tramite web o altre piattaforme di comunicazione e che may afflict public morals.

Preso così atto di tali fondamentali indicazioni e quindi di quali siano gli elementi regolatori discriminati tra l’attività di Gaming e Gambling, in via esclusiva, rimane ancora un aspetto irrisolto, non essendo disponibili ulteriori o diverse fonti normative o strumenti interpretativi idonei, che definiscano a sua volta il Gaming come categoria in sé.

Carenza questa che può in alcuni casi influenzare negativamente l’analisi finale di una specifica attività oggetto di indagine, che non si potrà limitare necessariamente all’aspetto economico in senso stretto, ma che dovrà considerare anche diversi ed ulteriori elementi componenti le diverse fattispecie di interesse.

Mi riferisco a fonti o strumenti, anche a carattere interpretativo, che vengano in aiuto per definire con chiarezza i parametri da prendere in considerazione per poter ricondurre con certezza un business model in uno dei due ambiti, soprattutto quando l’interpretazione dell’impatto della presenza di determinati elementi tecnici, potrebbe mutarne la qualifica. Nel nostro caso tali elementi appaiono essere quelli la cui presenza consente di ricondurre una certa attività sotto le fattispecie di “Games of skill” and “Games of chance”.

Senza addentrarsi in una analisi delle diverse fattispecie, che non può avere qui spazio che meriterebbe, è quindi prioprio la assoluta assenza di elementi riconducenti alla seconda categoria che va ricercata nella giurisdizione in oggetto, ovvero l’assenza della presenza di elementi basati sulla su fattori casuali e/o sulla fortuna, di cui sono elementi tipici ed essenziali.

Tale nota si rende necessaria in quanto, mentre la sola presenza di elementi di “Skill” ha, in alcune giurisdizioni, supportato una esclusione dall’ambito del gioco d’azzardo, qui tale tendenza interpretativa non è accettata in alcuna forma.

In UAE la regolamentazione di fatto ad oggi non distingue tra ‘game of skill’ and a ‘game of chance’ e concretamente la presenza di elementi tipici riconducenti alla seconda categoria avrebbe come automatica ed immediata conseguenza il ricondursi dell’attività in analisi automaticamente nell’ambito della categoria vietata, ovvero il gioco d’azzardo.

Un fattore questo da tenere in attenta considerazione soprattuto in alcuni ambiti , quale ad esempio nel caso degli E-sports, ove le linee di differenziazione sono spesso davvero sottili ed il rischio di un errore di valutazione elevato.

La presenza di un solo, anche marginale, “element of luck” nel business model, potrebbe ricondurre infatti a diversa valutazione e categorizzazione, soprattutto nel caso in cui, a tale elemento, siano magari anche associati altri elementi potenzialmente critici, quali la previsione di “premi” o altri elementi economici che, per la diversa modalità e natura, potrebbero essere a loro volta considerati non compatibili alla normativa vigente.

Normativa che non si limita inoltre a tali elementi di analisi. Per fare un esempio, e concludere, si potrebbe infine supporre, erroneamente, che nel caso in cui non vi siano premi messi in palio, che già peraltro richiede specifica autorizzazione negli emirati interessati, il problema si risolva alla radice. Nulla di più errato stante la costante attenzione degli enti preposti su ogni elemento del gioco che può rilevare in relazione ad altri requisiti normativi

Se il gioco in esame dovesse essere infatti ritenuto, ad esempio, non compatibile con la morale pubblica o qualificarsi come un incoraggiamento di qualsiasi forma di vizio, ci si potrebbe ritrovare ancora ad incorrere in una violazione della normativa e quindi soggetti ad eventuali provvedimenti, quali blocchi del sito e sanzioni.

Un’altra questione ancora diversa è il caso in cui un operatore di gioco dovesse detenere fondi per conto degli utenti, attività che potrebbe quindi rendere necessario richiedere ed ottenere una specifica licenza finanziaria.

A fronte di tali considerazioni prima di procedere con un progetto di tale natura riteniamo una attentata analisi dello stesso sotto il profilo normativo come un elemento prioritario da non sottovalutare.

Joseph F. Borg
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Joseph F. Borg

Joseph Borg heads both the Fintech and the Gaming and Gambling practices of WH Partners.

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Fabrizio Speranza
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Fabrizio Speranza

Fabrizio Speranza leads WH Partners’ Italian Desk and Dubai Desk.

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